L’impugnativa della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato da giorni tiene banco nelle stanze dei palazzi della Regione siciliana. Una bocciatura, quella di Carmelo Aronica, che ha fatto fuori 33 articoli su 50 della manovra, che sa di stroncatura per il governo del presidente, Rosario Crocetta, che adesso si trova a dover far fronte a una vera e propria emergenza amministrativa.
Uno dei primi passi del governatore, in tal senso, è stato convocare un vertice a palazzo d’Orleans con i sindacati e le associazioni di categoria. Sul tavolo, soprattutto, la questione dei tanti forestali e dei dipendenti degli enti collegati, rimasti a secco di fondi dopo lo stop del Commissario. Ma se il campo su cui si troverà a dare battaglia Crocetta, adesso, si è spostato a Roma, dove sarà presentato un piano di risanamento, a Palermo c’è chi recrimina per quella che definisce “un’emergenza evitabile”, rimproverando al governatore una scarsa attenzione nei confronti delle parti sociali al momento dell’impostazione della manovra.
È il caso di Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl, che commenta: “L’impugnativa del Commissario dello Stato non è la causa dei problemi, ma l’effetto”.
“Avremmo voluto una maggiore attenzione – continua – da parte del governo regionale, più programmi. Invece, il governatore Crocetta, ha praticamente perso un anno. È mancata la capacità e la volontà di creare un piano forte per fronteggiare la crisi e noi non possiamo più sopravvivere con un governo che non mette al centro dei programmi l’emergenza economica. In questo senso Crocetta sta agendo in perfetta continuità con il suo predecessore, Raffaele Lombardo”.
“I conti sul tavolo – prosegue Bernava – andavano messi prima, non ora che ci si trova in una situazione di emergenza. Emergenza che va fronteggiata con un vero e proprio patto sociale, non attaccando a testa bassa il Commissario e insistendo con un protagonismo inconcludente”.
Il segretario della Cisl è poi tornato sulla riunione di ieri pomeriggio. “Crocetta rassicura sempre, ma non propone – spiega –. Ieri voleva estorcere al sindacato un consenso “a prescindere” ma la sua proposta non ci convince. Da parte della Cisl c’è la massima disponibilità alla collaborazione, ad esempio siamo disposti a discutere della razionalizzazione dei costi del lavoro, ma vorremmo che il governo diventasse più autorevole, con una strategia solida, che guardi al risanamento dei conti, alla programmazione a medio termine per lo sviluppo, a un piano antievasione, e che prescinda dal numero di conferenze stampa fatte”.
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