I lavoratori di Acque potabili siciliane (Aps), la società fallita che gestiva il servizio idrico in 52 comuni della provincia di Palermo, da ieri occupano la sede dell’azienda in via La Malfa, nel capoluogo siciliano. Sono 206 i dipendenti della società e chiedono garanzie sul loro futuro occupazionale.
I sindacati hanno proclamato 30 giornate di sciopero e chiedono la continuità del servizio. Venerdì i curatori fallimentari avvieranno la riconsegna degli impianti della società ai comuni, il 7 febbraio, invece, è prevista la chiusura dell’esercizio provvisorio di Aps.
“Non c’è più un domani – dice il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà – non si capisce chi dovrà gestire il servizio e come si farà a mantenere i livelli occupazionali. Su questa vicenda si moltiplicano dichiarazioni di intenti e le volontà di impegno, ma una soluzione non si trova, ci aspettiamo che il presidente Crocetta, nonostante l’assessore Marino abbia fatto la sua parte, indichi una direzione politica chiara”.
Per il segretario provinciale dell’Ugl Chimici di Palermo, Margherita Gambino, “si sta perpetrando l’ennesima macelleria sociale con la perdita di 206 posti di lavoro”.