Abbiamo imparato per la nostra salute a distinguere il colesterolo “buono” (o HDL) da quello “cattivo” (o LDL) e abbiamo sempre saputo che, se del secondo non ci possiamo fidare, sul primo potevamo fare affidamento.
I medici infatti hanno sempre consigliato di tenere sotto controllo il colesterolo cattivo, sia con la corretta alimentazione che con lo sport, per evitare l’insorgere di malattie o complicazioni legate alle arterie o al cuore. L’accumulo di colesterolo nelle principali via di passaggio del sangue, possono creare dei problemi gravi per la circolazione.
Una nuova ricerca realizzata da un gruppo di ricercatori guidato da Stanley Hazen, è stato pubblicata su Nature Medicine, ha messo in risalto alcune caratteristiche del colesterolo buono, da sempre considerato alleato importante per contrastare l’aterosclerosi. Lo studio rivela che le proteine presenti nel colesterolo si ossidano perdendo le proprietà cardioprotettive. La conseguenza dell’ossidazione è un danno per il sistema circolatorio e l’aumento dell’infiammazione e l’aterosclerosi.
Durante il processo di aterosclerosi avviene il restringimento e l’irrigidimento delle arterie. La conseguenza di questo processo è che nelle pareti dei vasi sanguigni si accumuli una forma ossidata di apoA1, proteina presente in percentuale maggiore nel colesterolo “buono”. Se non è ossidata, apoA1 determina il trasporto del colesterolo dalle arterie al fegato, rielaborato in bile e da qui eliminato dall’organismo.
“Identificare la struttura della apoA1 non funzionale e il processo attraverso cui inizia a promuovere le malattie anziché prevenirle è il primo passo verso la creazione di nuovi test e trattamenti per i disturbi cardiovascolari”, spiega Hazen.