La guardia di finanza di Roma ha arrestato nove persone, tra cui un commercialista e il noto fiscalista Paolo Oliverio, con l’accusa di evasione fiscale per oltre un miliardo di euro, attraverso l’emissione di false fatture per oltre un miliardo e trecento milioni.
Sono stati sequestrati, inoltre, beni per 154 milioni di euro a carico di 13 persone. Coinvolte anche 82 imprese e denunciate altre 79 persone. Sono stati individuati milioni di euro transitati su conti monegaschi e svizzeri intestati a società panamensi. Infine alcune delle imprese coinvolte erano anche aggiudicatarie di appalti con la pubblica amministrazione.
Paolo Oliverio era stato già arrestato nelle scorse settimane, sempre dalle Fiamme gialle, dopo il suo coinvolgimento nell’indagine scattata dopo lo scandalo che ha travolto l’ordine dei Camilliani, portando all’arresto dell’ex superiore, Renato Salvatore. Oliverio è tuttora detenuto nel carcere romano di Regina Coeli.
Le nove misure di custodia cautelare sono scattate dopo le 18 perquisizioni effettuate tra Roma, Genova, Novara, Crotone e Cuneo. Sei di queste prevedono la custodia cautelare in carcere, tre gli arresti domiciliari, e sono state disposte dal gip del tribunale di Roma su richiesta della Procura della repubblica capitolina.
Tra i beni sequestrati spiccano 54 immobili ubicati a Roma e provincia, tra cui un’ampia villa, di assoluto pregio, ad Albano Laziale, su 3 piani, di 14 vani per circa 500 metri quadri, con annesso giardino di circa 2.500 metri quadri, prospiciente al lago di Castel Gandolfo. Altri si trovano a Milano, in provincia di Perugia, Viterbo, Latina ed in Toscana, sul Monte Argentario.
Molti di questi immobili erano intestati a una società, l’Ermitage s.r.l. (da cui il nome dell’operazione della guardia di finanza), definita una società “cassaforte”, successivamente incorporata in una società anonima svizzera così da celare gli effettivi titolari dei beni.