Lelena Lukashm, ministro della Giustizia ucraino, ha avvertito i manifestanti che potrebbe fare la richiesta di stato di emergenza al Consiglio nazionale di sicurezza e difesa se non verrà liberata la sede del suo dicastero, occupato da ieri sera.
Nel corso della notte, intanto, la polizia ha sfollato due sedi di amministrazioni locali che erano state occupate nei giorni scorsi dai manifestanti a Cherkassy, nell’Ucraina centrale e Sumi nel nord est del Paese.
La proposta del presidente Yanukovich di guidare il governo fuori da questa situazione che rischia di esplodere e trasformarsi in una guerra civile è stata rifiutata dall’opposizione pro Europa.
Ma il presidente Yanukovich inizia a manifestare una serissima preoccupazione per i risultati ottenuti dagli insorti che sono riusciti ad occupare molti edifici el potere con grande rapidità. Una situazione che è chiaramente lontana da quanto affermano fonti governative che parlano di “situazione sotto controllo”.
Durante la notte, dopo il rifiuto dell’opposizione all’accordo con il governo, diverse migliaia di militanti hanno fatto irruzione in “Casa Ucraina”, l’ex museo di Lenin nel centro della capitale ucraina a pochi metri da piazza Maidan, il cuore della protesta europeista.
Ma violenti scontri si sono registrati dentro l’edificio dove si erano asserragliati circa 200 militari delle forze speciali. Gli insorti hanno infranto i vetri delle finestre utilizzando bombe molotov, ma la polizia non è stata a guardare e ha risposto all’assalto con l’utilizzo di granate assordanti. Ma a questo niente è servito, infatti la folla è riuscita a prendere il controllo dell’edificio.