Giorgio Santacroce, presidente della Corte di Cassazione, nella relazione d’apertura dell’anno giudiziario davanti al capo dello Stato, al ministro della Giustizia, al vicepresidente del Csm e alle autorità militari e civili ha dichiarato che l’unica soluzione per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri è l’indulto: “In attesa di riforme di sistema dovrebbe adottarsi un rimedio straordinario che consenta di ridurre con immediatezza il numero dei detenuti. Per ottenere questo risultato non c’è altra via che l’indulto“.
“L’indulto non libera chi merita di essere liberato – spiega Santacroce – ma scarcera chi non merita di stare in carcere ed essere tratto in modo inumano e degradante, reagendo temporaneamente ed efficacemente al problema del sovraffollamento”.
Importante quanto l’indulto è anche il minor ricorso alla custodia cautelare. Ma il primo presidente della Cassazione si è soffermato anche sui rapporti, sempre tesi, tra magistratura e politica: “Lo stato di tensione non accenna a spegnersi e il suo persistere, più che una nota dolente, rappresenta una vera e propria spina nel cuore per noi magistrati”. A preoccupare Santacroce in particolare è “una delegittimazione gratuita e faziosa che ha provocato, goccia dopo goccia, una progressiva sfiducia nell’operato dei giudici”.
Anche perché i numeri dicono che “si è andato incrementando negli ultimi tre anni il livello di produttività dei magistrati civili e penali, nonostante il perdurante sottodimensionamento di organici che interessa il personale sia di magistratura che di supporto amministrativo e tecnico”.