Tutto ebbe inizio a Etna Valley, ai tempi della Sgs Thompson che assunse tanti ragazzi, giovanissimi: poi arrivò la StMicroelectronics e infine Micron, che adesso vuole licenziare 128 di quei “ragazzini”, che intanto sono diventati adulti e hanno sulle spalle il peso di tanti anni nella Catania del boom.
A raccontare la storia di Micron è Luca Vecchio, attuale vice segretario nazionale di UglM, intervistato da Francesco Lamiani per BlogSicilia. E questa storia unisce indissolubilmente Micron e Catania, una città “che rispondeva inconsapevolmente agli impulsi di uomini come Francesco Virlinzi, Marcello Fulgeri, Pippo Russo e, perchè no, anche dell’uomo che ebbe la visione dell’Etna Valley, Pasquale Pistorio”.
“L’idea di Pasquale Pistorio era quella di dare una chance a tutti”, racconta Vecchio “Non era detto che se cominciavi da operaio saresti andato in pensione con la medesima mansione. Ti davano delle opportunità. A me è capitato”.
Poi però è cambiato qualcosa: “L’azienda è diventata più rigida e l’esempio di Micron è eloquente: vedete, questi ragazzi, miei ex colleghi, lavoravano in StM, poi sono stati ceduti, hanno pensato e prodotto per Micron e adesso vengono considerati degli esuberi. Ai tempi di Pasquale Pistorio questo non sarebbe mai potuto accadere”.
Gli esuberi previsti da Micron in Italiasono 420, 128 dei quali a Catania. Etna Valley si svuoterà di quelle persone che hanno contribuito a costruirla. Chi può fermare l’arrivo dei licenziamenti? “La politica. A 360 gradi”, propone Vecchio, che spiega: “A Milano, Regione e Comune, sono intervenuti per evitare che queste risorse andassero solo all’estero (ne beneficia anche la StM), in Sicilia questo non è accaduto e Catania ha perso la leadership di centro d’eccellenza dei semiconduttori”.
Leggi l’intervista integrale su BlogSicilia: “Quando l’Etna Valley suonava il rock”