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Crocetta sferzante: “Dello scontro col Pd non ci ho capito nulla” | Poi il Governatore rilancia il tema della riforma delle Province

“Di questa vicenda con il Pd io non ci ho capito nulla. Credo che dovrò rivolgermi alle previsioni del tempo per capire di volta in volta che tempo c’è nella maggioranza”. Apre la conferenza stampa (dopo la solita ora di ritardo) con una frecciata al Partito democratico il presidente della Regione Rosario Crocetta. Che poi, più conciliante, aggiunge: “Io darò il mio contributo franco al mio partito, dando indicazioni su quali sono i temi più urgenti nell’agenda della Sicilia”.

Poi scherza: “Ora vi dico una cosa ma non scrivetela subito che non voglio fare arrabbiare la mia maggioranza: io sono contrario alla legge bavaglio, quella contro i commenti agli articoli online”.

Il governatore, incontrando i giornalisti prima della direzione regionale del Pd, parla poi della riforma delle Province che vogliono portare all’attenzione dell’Assemblea regionale siciliana. “Vogliamo creare nove liberi consorzi di comuni. Nove, come le vecchie province, così da permettere alle vecchie province, anche le più piccole, di continuare ad avere una propria identità geografica, se non politica. Dall’approvazione della legge, entre tre-sei mesi i Comuni dovranno comunicarci a quale consorzio vogliono appartenere o a quale ambito di città metropolitana. Eventualmente, nei limiti del numero di abitanti, si può anche chiedere l’istituzione di un nuovo consorzio”.

“Ai commissari saranno ridotte le prerogative nel momento stesso in cui verranno approvati i liberi consorzi di comuni”, conclude Crocetta, che ha annunciato tra l’altro di aver ricevuto l’ok sul testo di tutte le forze politiche della maggioranza.

Il presidente della Regione Crocetta è affiancato in conferenza stampa anche da Maria Cristina Stimolo, dirigente generale del dipartimento Affari extraregionali e dirigente preposto all’ufficio regionale di Bruxelles perchè “vuole fare chiarezza sui misteri di questo ufficio”. “Tutti ne parlano come fosse un enorme buco nero dove finiscono i soldi dei siciliani – spiega Crocetta – ma non è così: c’è una vita di relazioni, di leggi, di contatti a Bruxelles. Un ufficio lì è necessario. Non è un caso che 300 regioni europee su 356 hanno una delegazione lì”.

L’ufficio siciliano è costituito da otto persone, tre interni e cinque esterni. “Non siamo riusciti ad aumentare il numero degli interni perchè nessuno voleva andare – dice Crocetta. – Ma i cinque esterni sono tutti specializzati e competenti. Ognuno di loro ha una specializzazione e conosce più lingue straniere. Inoltre, presto, attraverso la Formazione professionale vogliamo attivare un bando per portare dei giovani a fare degli stage a Bruxelles”.

E sulle accuse ricevute per il costo dell’acquisto della sede si difende: “Le altre regioni tra qualche anno avranno speso tanto quanto ha speso il mio predecessore per l’acquisto. Mentre noi se anche volessimo rivenderla guadagneremmo il triplo di quanto abbiamo speso”.

 

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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