Sono undici le persone arrestate nella notte dal personale del centro operativo di Roma della Direzione Investigativa Antimafia nell’ambito dell’operazione coordinata dalla DDA tra Napoli, Roma e la Toscana contro il potente “Clan Contini”, egemone nel centro della città di Napoli.
Oltre agli arresti, ingenti i sequestri patrimoniali operati dalla Dia romana nei confronti del sodalizio: otto società operanti nel settore dell’abbigliamento, e nella gestione di parcheggi; immobili di pregio nel centro di napoli; una sessantina tra autovetture e motocicli; decine di conti correnti bancari, per un valore stimabile superiore ai 10 milioni di euro.
Si tratta della più importante indagine mai realizzata con riguardo alle complessive attività criminali del clan camorristico Contini, per lunghi anni praticamente sottrattosi ad ogni efficace azione repressiva, anche grazie alla scelta dei propri capi di evitare, da un lato, di ingaggiare apertamente scontri cruenti con omologhi gruppi camorristici e, dall’altro, di privilegiare, accanto al controllo dei tradizionali mercati criminali (stupefacenti, estorsioni, usura), lo sviluppo di sempre più ramificate e lucrose operazioni di reinvestimento economico in attività d’impresa apparentemente legali, ma in fatto diretta espressione fiduciaria della cosca, realizzandosi così una sistematica ed allarmante azione di espansione imprenditoriale (non solo a Napoli ed in Campania, ma anche a Roma ed in Toscana) e di illecita accumulazione patrimoniale.
Questi, nel dettaglio, gli arrestati:
- Botta Salvatore, classe 1950, attuale reggente del clan, detenuto a napoli;
- Di Munno Rosa, sua moglie, incensurata, che gestiva gli interessi e le attività del sodalizio dopo l’arresto del marito;
- Botta Salvatore, classe 1982, incensurato, nipote del boss e persona di sua diretta fiducia, che si occupava direttamente della gestione dei canali commerciali e della riscossione dei crediti, oltre ad essere direttamente impegnato nella gestione di una sala giochi;
- Cardinale Mario, classe 1961, incensurato, che, forte di referenze “di peso” nel mondo della finanza, si impegnava e curava le movimentazioni di ingenti somme di denaro attraverso una rete di conti corrente per dissimularne l’origine;
- Musella Salvatore, classe 1972, pregiudicato, legato da rapporti di parentela con il boss, che seguiva in prima persona la gestione di aree di sosta nei pressi delle stazioni ferroviarie del capoluogo campano;
- Ambrosio Mario, classe 1973, pregiudicato e strettamente legato al boss, incaricato dell’acquisizione e della distribuzione sul mercato ufficiale e parallelo degli stock di abbigliamento proveniente da grandi griffe;
- Moccardi Roberto, classe 1965, incensurato, che, unitamente alla moglie d’orta anna, anch’ella colpita da provvedimento di cattura, curavano e gestivano gli interessi del clan nel campo dell’abbigliamento e della ristorazione;
- Imperatore Antonella, classe 1973, , e delle Donne Maurizio, classe 1967, entrambi pregiudicati, i quali, avvalendosi rispettivamente, di un’estesa rete di distribuzione commerciale alimentata dal porta a porta e di contatti nel mondo della moda, garantivano al clan significativi utili dalla vendita di prodotti di abbigliamento di grandi marche;
- Lama Alfredo, classe 1961, pregiudicato, anch’egli legato al boss da rapporti di parentela, era delegato a seguire le problematiche bancarie e finanziarie in genere, occupandosi anche dello spaccio di stupefacenti. a riprova di ciò, nel corso della perquisizione, nella sua abitazione in area rurale, gli operanti hanno rinvenuto 18 panetti di hashish per un peso complessivo superiore ai 2 kg.