Si è conclusa con novanta misure cautelari una delle più importanti indagini sulle attività illegali del clan Contini e sulle operazioni di reinvestimento economico della camorra in attività di impresa. L’inchiesta è stata condotta a Napoli ma anche tra Roma e Toscana. Oltre alle misure cautelari, in prevalenza per affiliati ai Contini, sono stati eseguiti decreti di sequestri beni emessi dal tribunale di Firenze, dalla Procura antimafia di Napoli e dal tribunale di Roma per un valore complessivo stimato in 250 milioni di euro.
L’inchiesta è incentrata sulle figure di Eduardo Contini e Patrizio Bosti, i due boss che, secondo gli inquirenti, erano in grado di riciclare in una fitta trama di società di milioni di euro accumulati negli anni con i traffici di sostanze stupefacenti e soprattutto del falso. Le forze dell’ordine stanno sequestrando in queste ore decine di ristoranti, pizzerie e boutique a Napoli, Roma e Firenze dove la cosca dell’Arenaccia, quartiere popolare di Napoli roccaforte dei Contini, aveva messo radici grazie ad accordi con la Banda della Magliana.
Si tratta di un’operazione della Dna, insieme alla Direzione distrettuale antimafia di Roma, di Napoli e di Firenze che ha visto anche la collaborazione della Squadra mobile e del Gico di Napoli, del Comando provinciale dei carabinieri e del centro Dia di Roma e della guardia di finanza di Pisa. “Per il loro particolare rilievo nazionale – si legge in una nota – le attività investigative sono state coordinate dalla Procura nazionale antimafia”.
In corso anche decreti di perquisizione e sequestri funzionali all’accertamento delle infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale toscano del clan.
Sono oltre una ventina i locali sequestrati nel centro storico di Roma nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, Roma e Firenze e che ha portato all’arresto di 90 persone. Nel centro storico della capitale i carabinieri nel nucleo investigativo del comando provinciale di Roma hanno sequestrato ristoranti, pizzerie, bar e gelaterie riconducibili al gruppo camorristico sgominato dagli investigatori.
I sequestri sono stati compiuti tutti nel centro storico: in via della Mercede, via della Vite, piazza Sant’Apollinare, via Zanardelli, piazza della Rotonda e via Maddalena. Fra i locali sequestrati anche il ristorante “Pizza Ciro”. Nella capitale i carabinieri hanno arrestato venti persone, gli altri settanta arresti sono stati invece eseguiti fra la Toscana e la Campania.
Uno dei 90 destinatari della misura cautelare si è suicidato. L’uomo, un 43enne che abitava in via Banfi a Roma, ha detto alle forze dell’ordine che gli notificavano il provvedimento di sentirsi male e di voler prendere un bicchiere d’acqua, ma ha aperto la finestra e si è lanciato nel vuoto.