La vicenda dei dipendenti Micron di Catania, coinvolti in una vertenza che pesa su tutti i lavoratori dell’azienda in Italia, sembra non risollevarsi. Ieri il tavolo tecnico al Ministero dello sviluppo economico, con un grande assente: “La Regione Siciliana si faccia parte attiva per fare rientrare i propositi di licenziamento della Micron”, racconta Ferruccio Donato, responsabile per l’Industria nella segreteria della Cgil Sicilia “È inaccettabile che continui la latitanza delle istituzioni regionali mentre si prospetta un’altre emorragia occupazionale in un settore peraltro non in crisi”.
“Il governo Siciliano, nonostante le raccomandazioni della commissione Attività produttive dell’Ars – aggiunge il sindacalista – è stato l’unico grande assente al tavolo in cui la Micron ha annunciato 500 licenziamenti in Italia, 128 dei quali nel sito catanese. Oltre ai sindacati c’erano l’amministrazione di Catania, i sindaci della Brianza, i funzionari del ministero e il rappresentante della Regione Lombardia. Dov’era invece la nostra Regione? Intende replicare il 28 gennaio?”.
Tra sette giorni è stato convocato un altro incontro a Roma al ministero delle Attività produttive per l’avvio della mobilità. “La sede dell’incontro – sottolinea Donato – ci fa però pensare che il governo italiano intenda parlare ancora di sviluppo, visto che il luogo naturale per discutere di mobilità sarebbe il ministero del lavoro, in un settore per il quale l’Ue ha previsto ingenti finanziamenti. Parliamo peraltro di un’impresa – sottolinea l’esponente della Cgil – in attivo che ha quadruplicato il valore patrimoniale dopo l’acquisizione da St del ramo memorie e che, cosa assurda e inaccettabile, annuncia licenziamenti in Italia mentre procede all’acquisizione dell’Elpida, azienda in bancarotta”.
Contro i tagli, giudicati “inaccettabili”, Fim, Fiom e Uilm nazionali hanno proclamato 16 ore di sciopero chiedendo il blocco della procedura di licenziamento e annunciando iniziative di mobilitazione in tutta Italia per convincere l’azienda a modificare il suo piano. In totale gli esuberi in Italia saranno 420 di cui 223 ad Agrate Brianza (Monza), 128 a Catania, 53 a Napoli e 17 ad Avezzano (L’Aquila). Gianluigi Redaelli della Fim-Cisl parla di ”atto di pirateria” da parte di Micron che ”compra una rivale, la spoglia dei brevetti e del portafoglio clienti e dismette tutto pur essendo in utile”.
Oggi intanto nella sede catanese dell’azienda si sono riuniti tutti i dipendenti per discutere delle procedure di mobilità che a Catania interesseranno 128 lavoratori. Si tratta di personale altamente specializzato, per lo più laureati che mediamente hanno circa 40 anni e un’anzianità di servizio pari a 13 anni.
È stato stabilito che domani e venerdì i lavoratori hanno indetto uno sciopero per otto ore e sarà organizzato un presidio davanti la sede dell’azienda presso il Modulo M6 della zona industriale di Catania. Venerdì, oltre al sit- in, è stato programmato un corteo che dallo stabilimento Micron raggiungerà quello di StMicroelectronics.