“Il funzionamento del sistema giudiziario” continua a essere “in sofferenza” “pur a seguito dei numerosi interventi introdotti negli ultimi anni e nonostante l’alta produttività delle toghe. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri alla Camera nella relazione annuale sull’amministrazione della Giustizia.
L’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari “è sotto gli occhi di tutti”, insiste il ministro. E i numeri non mentono: “Alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale”, sottolinea la Cancellieri. In particolare tra le cause della “sofferenza”, il Guardasigilli intravede la “dilatazione delle fattispecie penalmente rilevanti”, che sostanzialmente “ha contribuito a produrre un intasamento del sistema giudiziario”. In controtendenza invece i dati relativi alla Giustizia civile. Cancellieri riferisce che “si registra un calo delle pendenze rispetto al 2012, per tutti i gradi di giudizio, del 4 per cento, che arriva al 6 per cento in corte di appello”.
E sulla razionalizzazione dei tribunali il ministro difende la riforma della geografia giudiziaria “non solo sono state eliminate le strutture di modeste dimensioni – continua la Cancellieri – dove in alcuni casi era evidente la sproporzione tra il numero di persone addette all’ufficio ed il basso carico di lavoro, ma è stata anche alleggerita la pressione sugli uffici metropolitani di maggiori dimensioni, come Milano, Torino e Napoli”.