Sedici ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di imprenditori, funzionari e pubblici dipendenti in Calabria, Veneto, Marche e Toscana, per appalti truccati e corruzione. Sequestrati dalla Guardia di Finanza beni e società per un valore di circa 40 milioni di euro.
Oltre alle 16 ordinanze di custodia, i finanzieri stanno dando esecuzione a 45 perquisizioni, un’interdizione dall’esercizio di attività d’impresa ed al il sequestro preventivo di 12 società e beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno portato a rilevare l’esistenza di un vero e proprio cartello criminale, presente nella provincia di Reggio Calabria ed operante in tutta la Calabria, in grado di “pilotare” sistematicamente l’andamento e l’aggiudicazione di numerosi appalti pubblici e sonola diretta conseguenza degli approfondimenti investigativi successivi all’esecuzione dell’operazione denominata “Ceralacca”, conclusasi nel marzo 2012.
Tutti i soggetti segnalati sono riconducibili al cosiddetto “Gruppo BAGALÀ”, già raggiunti da provvedimenti cautelari personali, avevano ricoperto un ruolo ben delineato, strutturato e determinante per il buon andamento della stessa organizzazione e di individuare, inoltre, anche l’identità degli imprenditori, che unitamente ai Bagalà si prestavano a realizzare il meccanismo di un illecito e consolidato “cartello”, basato sulla raccolta dei preventivi e sulle collusioni con gli impiegati pubblici che consentiva al gruppo criminale di determinare la vittoria degli appalti, in favore di una delle imprese facente parte del predetto cartello.
In pratica, proprio grazie alla simultanea e “prezzolata” compartecipazione di impiegati/funzionari pubblici e compiacenti imprenditori collusi, il Gruppo Bagalà ha realizzato quell’apparentemente inattaccabile “SISTEMA BAGALÀ” in grado di garantire l’ingiusto profitto attraverso l’acquisizione, diretta e/o indiretta, la gestione ed il controllo di numerosi e rilevanti appalti pubblici banditi non solo dalla locale S.U.A.P., ma anche dalla società a partecipazione pubblica regionale denominata SO.R.I.CAL. S.p.A..
Infatti, proprio grazie alla connivenza, a seconda dei casi, di funzionari e/o di impiegati interni alle stazioni appaltanti, le indagini hanno dimostrato come i Bagalà avevano avuto, addirittura, la disponibilità delle buste contenenti le offerte presentate relativamente ai singoli bandi e che, prima dell’espletamento effettivo della seduta di aggiudicazione, provvedevano abilmente ad aprire e poi richiudere, modificando opportunamente quelle presentate dalle proprie aziende – e/o da imprese “amiche” – condizionando a loro favore l’aggiudicazione della gara.
Nello specifico, le indagini hanno dimostrato come il meccanismo messo in atto dai Bagalà si basasse su di un duplice fronte di azioni: da una parte la presentazione di offerte da parte di diverse imprese direttamente controllate dalla famiglia Bagalà o comunque che si prestavano a presentare offerte fittizie per le diverse gare, il cui contenuto era evidentemente noto sin dall’inizio agli indagati, mentre dall’altra parte, per le offerte presentate dalle imprese che non erano controllate né direttamente né indirettamente dai Bagalà , essi avevano la necessità di impossessarsi delle buste di gare per conoscerne il contenuto. Per tale ragione i Bagalà avevano la necessità di entrare nella sede della S.U.A.P., grazie all’aiuto dei dipendenti pubblici Antonio Stresa De Clariti e Luigi D’amico, ovvero dei funzionari/impiegati SO.R.I.CAL. S.p.A., i quali erano completamente asserviti agli scopi illeciti del sistema Bagalà.
Sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di:
È stata confermata anche l’interdizione dall’esercizio di un’impresa nei confronti di Franco Santagada, nato a Cosenza il 18.11.1965.
Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo delle seguenti società, con tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti dall’inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l’avviamento), i conti correnti, nonché tutte le autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale concesse dalle Autorità competenti: