Sulle spese pazze dell’Ars “aspettiamo serenamente che si chiudano le indagini della magistratura, sapremo chi erano i pazzi e chi no. Massima fiducia, se qualcuno ha rubato è giusto che paghi. La cattiveria degli sciacalli è pari alla cattiveria dei mafiosi, noi siamo diversi da loro”. Così Davide Faraone, componente della segreteria nazionale del Pd, in merito all’inchiesta sulle spese dei fondi dell’Ars nella scorsa legislatura, nella quale è indagato. Nel mirino degli inquirenti una cifra di 3.380 euro.
Faraone sembra lanciare una frecciata al governatore siciliano Rosario Crocetta che gli aveva chiesto di fare un passo indietro. Di sciacallaggio, in relazione alle accuse del governatore, aveva parlato nei giorni scorsi anche il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.
Intanto, con un documento in 10 punti, il leader dei renziani in Sicilia, lancia oggi la campagna per il congresso regionale del Pd, in calendario il 16 febbraio, ma soprattutto sfida il governatore Rosario Crocetta: “O si cambia o si va al voto”.
Attaccato dal governatore, che si considera il “l’unico rottamatore” nell’Isola e che aveva auspicato le dimissioni del delfino di Renzi per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulle ‘spese pazze’ all’Assemblea siciliana, Faraone passa al contrattacco: “Ci prepariamo al congresso regionale e ovunque sentiamo parlare di rimpasto. Rimpasto, rimpasto, rimpasto. L’unico rimpasto che noi dobbiamo augurarci è un rimpasto di idee e di programma nella politica regionale”.
Quindi la stoccata a Crocetta: “Fino ad oggi niente rivoluzione, solo tanta continuità con un passato che non ci piace”. E allora “o si cambia o in Sicilia meglio tornare al voto, questo galleggiamento non serve a nessuno”. Nel suo ‘crono-programma’, Faraone fa una sorta di lista della spesa “delle cose da farsi subito e delle cose che dovrebbero farsi in un tempo un po’ più lungo, 4 anni non di più”: una nuova geografia politica, meno costi della politica, meno burocrazia con una Regione trasparente e accessibile con un clic, con la cultura si mangia, jobs act Sicilia, formazione e innovazione, diritti-garanzie e servizi pubblici per ‘la sfida del welfare perfetto’, mobilità e città da vivere, il mare e la terra, fiscalità.