“Non ha mai sostenuto che Davide Faraone o le altre persone coinvolte nell‘indagine sui rimborsi all’Assemblea regionale si debbano dimettere da qualsiasi incarico”. Il governatore siciliano Rosario Crocetta, dopo il tam tam di dichiarazioni sullo scandalo scoppiato in Sicilia sulle spese dei gruppi parlamentari, ci tiene a precisare la sua posizione. “Non ho chiesto le dimissioni di Faraone, anzi – dice all’Ansa – ieri in un’intervista a Radio 24 ho detto che non si deve dimettere, limitandomi a dire che il Pd deve fare più attenzione”.
“Una indagine non legittima alcuna richiesta di questo tipo – prosegue il presidente della Regione – sarebbe perfino la fine della democrazia. Occorre attendere con serenità il giudizio della magistratura, partendo però dalla considerazione che dentro quell’indagine ad alcuni viene contestato l’ organizzazione di convegni, ad altri l’acquisto di auto a fini personali“.
Il governatore ha annunciato di aver “già convocato la coalizione e rispetto ai politici coinvolti nell’inchiesta ho auspicato una valutazione con gli alleati, con Renzi e D’Alia”.
Per il governatore “questa vicenda sta alzando un polverone inutile” e poi si irrita per il fatto che “è paradossale, persino surreale” che proprio lui “rischi di pagare le conseguenze politiche più alte”. “Questo lo trovo assurdo”, dice.
In riferimento al rimpasto nel governo regionale, Crocetta conclude di “averne parlato solo perché incalzato dai giornalisti” e durante una conferenza stampa che aveva convocato “per commentare l’approvazione della manovra finanziaria. I partiti comunque hanno diritto di chiedere la rimodulazione della giunta in qualsiasi momento” .