Sono 21 i morti, di cui 13 stranieri, a seguito dell‘attentato kamikaze compiuto venerdì sera a Kabul nella Taverna du Liban, celebre ristorante libanese frequentato dagli stranieri. Tra le vittime anche il rappresentante del Fondo Monetario Internazionale a Kabul, il libanese Wabel Abdallah, due cittadini britannici e due canadesi, quattro delle vittime erano appartanenti allo staff Onu. Tra le vittime anche quattro donne e il proprietario del ristorante libanese che ha tentato di reagire rispondendo al fuoco dei terroristi.
La Taverna du Liban è considerata uno dei luoghi di ritrovo per i diplomatici stranieri e gli operatori sanitari presenti a Kabul, come spesso accade di venerdì era affollata e proprio in coincidenza con la festa settimanale afgana del venerdì. In quasi tutti i ristoranti della capitale dell’Afghanistan prima di poter entrare ai commensali vengono imposti rigidi controlli di sicurezza dove vengono prima perquisiti da guardie armate e poi fatte passare da almeno due porte in acciaio prima di entrare nei locali.
Le misure di sicurezza non sono però bastate a fermare i terroristi. Uno di loro prima si è fatto esplodere proprio all’ingresso del locale, aprendo la strada agli altri assalitori che, una volta all’interno, hanno iniziato a sparare addosso ai presenti. L’attentato è stato rivendicato dai talebani che, per mezzo di un portavoce, spiegano che si è trattato di una risposta all’attacco aereo americano nella provincia di Parwan durante la notte di martedì.