In Italia circa un bambino su quattro (23%) non fa movimento o sport nel tempo libero. La rinuncia, nel 28% dei casi, è determinata dalle difficoltà economiche della famiglia: un dato in aumento (+13%) rispetto al 2012.
Sono i dati diffusi dalla ricerca su ”Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi” realizzata da Ipsos per Save the Children e Mondelēz in Italia e presentata oggi a Roma, in occasione dei 3 anni di attività del progetto ”Pronti, Partenza, Via!”. I dati rilevano che rispetto al 2012 sono aumentati del 2% i ragazzi che non fanno attività sportiva nel tempo libero.
Il 35% dei genitori intervistati motiva la scelta con la mancanza di interesse dei figli nei confronti dello sport, il 28% con il costo eccessivo delle strutture. Anche il 44% dei genitori rinuncia alla propria attività sportiva (37% nel 2012). In generale, il 39% dei ragazzi (32% nel 2012) assegna scarsa rilevanza allo sport e, nonostante la crisi, quattro ragazzi su dieci si muovono abitualmente in auto, pochi (24%; 30% nel 2012) a piedi, ancora meno (9%; 11%) in bici. Il 73% sta in casa nel tempo libero e tra coloro che guardano la tv, il 47% passa da 1 a 3 ore al giorno davanti al piccolo schermo; il 36% dei genitori (26% nel 2012) motiva lo stare a casa dei figli con la mancanza di ”spazi all’aperto dove incontrarsi con gli amici”, legato a un leggero calo della disponibilità di campi sportivi. Il 9% di minori non fa pratica motoria a scuola, perché nel 39% dei casi (29% nel 2012) manca uno spazio attrezzato.
Due genitori su tre (64%) dichiarano di conoscere le regole alimentari di base, tuttavia, per quanto riguarda il consumo di frutta e verdura, la ricerca evidenzia una flessione nel numero dei bambini e adolescenti che ne mangia a ogni pasto (35% a fronte del 37% nel 2012) o una volta al giorno (35% contro il 39%) e un aumento di coloro che non l’assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31% contro il 24%). Il 9% dei ragazzi non fa colazione, ma l’abitudine di sedersi a tavola tutti insieme a cena persiste in ancora 9 famiglie su 10.