Tra i tavoli di crisi che da gennaio 2014 vedranno impegnati il Ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati, sottolinea la Cisl, vi sono aziende di grande rilievo e marchi storici per il Paese, in tutti i settori produttivi: dall’elettronica di Alcatel a Italtel, alle ceramiche di Ideal Standard; dal tessile di ITi Erre alle energie rinnovabili di Marcegaglia (stabilimento di Taranto).
Ecco un elenco delle principali vertenze in corso secondo l’Osservatorio Cisl: Ilva: è in attesa dell’applicazione dell’Aia e del piano industriale, mentre sono in contratto di solidarietà 1.700 lavoratori. –
Alcoa: la società dell’alluminio è condizionata dalla verifica del piano industriale per la vendita alla società Klesh. L’attività produttiva è ferma da due anni circa e i 490 lavoratori sono in cassa integrazione dal 22 dicembre scorso e fino al 31 dicembre 2014. A fine gennaio è fissato un incontro con i sindacati al Mise.
Lucchini: il siderurgico, passato alla Severstal ha 4.500 lavoratori in vari stabilimenti (il principale è a Piombino con i dipendenti con contratti di solidarietà fino a febbraio 2014). A Trieste, dove è in corso una trattativa per l’affitto del ramo di attività, 485 persone rischiano la cassa integrazione da gennaio. Questo mese dovrebbe tenersi un incontro al Mise.
Ast di Terni: ha 2.850 dipendenti a rotazione in cassa integrazione a seconda dell’andamento del mercato. Deve ancora arrivare l’approvazione Ue al passaggio a Thyssenkrupp (che ha riacquistato da Outokumpu).
Electrolux: 500 gli esuberi annunciati che si aggiungono ai 1.000 che derivano da precedenti accordi, affrontati con contratti di solidarietà. É stata avviata una investigazione su tutti gli stabilimenti italiani (4.000 gli occupati) per verificare la sostenibilità della produzione. Il governo ha convocato l’azienda e le regioni interessate per il 24 gennaio.
Jp: parte della ex Merloni, è bloccata in una complicata situazione giudiziaria: il Tribunale di Ancona ha annullato un ricorso presentato dalle banche sulla vendita.
Acciaierie di Belluno: è in amministrazione controllata. Rischiano il posto 600 persone, in parte in cassa integrazione.
Italtel: ha 1.300 dipendenti circa in tutta Italia ma la maggioranza è nello stabilimento di Castelletto; 330 gli esuberi annunciati.
Alcatel: circa 2.000 addetti e 585 esuberi dichiarati. Annunciato il trasferimento negli Usa delle attività di ricerca e sviluppo svolte da 350 addetti a Vimercate. Il 17 gennaio è previsto un incontro al Mise.
Micron: ha annunciato 2-300 esuberi su 700 lavoratori di Catania e Agrate.
Ansaldo Breda: ha forti perdite di bilancio e a rischio sono oltre 2.000 addetti dei quattro stabilimenti di Pistoia, Pomigliano, Reggio Calabria e Palermo (questi ultimi in cassa integrazione).
Irisbus: ha chiuso l’attività nel 2011 e ha ottenuto una proroga fino al 30 giugno 2014 della cassa integrazione in deroga per 400 lavoratori; è in corso una trattativa al Mise, con un operatore economico nazionale in collaborazione con un gruppo estero. Previsto un incontro a gennaio.
Fiat Termini Imerese: la Fiat ha chiuso l’attività nello stabilimento nel 2011 e fino al 30 giugno 2014 i circa mille lavoratori avranno la Cig in deroga; i sindacati sono in attesa di un incontro al Mise a gennaio
Fiat: ha utilizzato la cig in tutti gli stabilimenti ad eccezione di Maserati Modena; la cassa scade il 31 gennaio a Cassino, il 23 febbraio a Mirafiori presse e il 31 marzo a Pomigliano.
Marcegaglia Buildtech di Taranto: dal 2011 è impegnata nella costruzione di pannelli fotovoltaici, settore in profonda crisi. La proprietà ha annunciato la cessazione dell’attività. La cassa integrazione è stata prorogata per i 132 lavoratori.