Filippo Tutino, 52 anni, con precedenti per associazione mafiosa, stupefacenti e armi, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per concorso nella strage di via Palestro a Milano il 27 luglio 1993.
L’uomo è recluso nel carcere di Opera per altra causa. In via Palestro nei pressi del Padiglione di arte contemporanea un’autobomba esplose causando cinque morti. La strage fu attribuita a Cosa Nostra.
Una delegazione di lavoratori raggiungerà da Palermo in pullman la Capitale per partecipare a un presidio davanti al dicastero di via Veneto. Sono 147 su 153 gli operai dello stabilimento che dal 7 gennaio fino al 4 aprile sono in cassa integrazione a zero.
C’è il ”pericolo” che Filippo Tutino, il ‘basista’ arrestato oggi per la strage di via Palestro a Milano del ’93, ”anche mediante complici ancora non identificati (…) attraverso lo spiegamento di mezzi dell’associazione criminale denominata ‘Cosa Nostra”’ possa ”subornare o intimidire le persone già sentite durante i precedenti processi o che devono essere nuovamente sentite”. Tra i testi a carico di Tutino c’è, tra l’altro, anche il pentito Gaspare Spatuzza, che avrebbe reso dichiarazioni utili alle nuove indagini sulla strage in cui morirono cinque persone.
Lo scrive il gip di Milano Laura Anna Marchiondelli nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini e del pm Paolo Storari. ”La concretezza di tale rischio – scrive il gip – è evidente alla luce della ramificata struttura dell’organizzazione Cosa nostra, tale da esercitare un’ampia forza di coazione di potenziali testi sia all’esterno che all’interno degli istituti carcerari”.