Circa cinquecento operai della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese, dopo un’assemblea davanti ai cancelli della fabbrica, si sono radunati in corteo diretti alla stazione ferroviaria di Fiumetorto, dove le tute blu hanno costituito un presidio.
Gli operai hanno anche bloccato l’autostrada A19 Palermo-Catania, all’altezza dello svincolo per Termini Imerese, in entrambe le direzioni.
Da tre giorni i lavoratori protestano e chiedono soluzioni per il rilancio del polo industriale termitano. Sono circa mille gli operai della Fiat e dell’indotto che fino al 30 giugno usufruiranno della cassa integrazione in deroga.
“Riteniamo che la vertenza dei lavoratori Fiat – ha detto Vincenzo Comella, segretario provinciale Uilm– dovrebbe essere accompagnata da una forte posizione della politica”. Il sindacalista ha ricordato che “nel dicembre del 2009, dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento da Palazzo Chigi, sono partiti centinaia di tavoli e noi pedissequamente abbiamo avallato tutte le iniziative messe in campo per la reindustrializzazione del sito. Oggi – ha proseguito Comella – dopo il fallimento di Invitalia, ci ritroviamo alla scadenza della cassa integrazione in deroga e degli ammortizzatori sociali e i licenziamenti diventano ormai inevitabili, come lo sono stati per l’indotto. Per questo, in seguito alle notizie di un potenziale rilancio di Fiat, dopo l’accordo con Chrysler, chiediamo alla politica di unire le forze e di ritornare al tavolo del 2009 di Palazzo Chigi”.
“Il governo nazionale – ha concluso – deve fare la sua parte, convocando l’Ad Marchionne, i sindacati e i rappresentanti della politica regionale per ripartire da quello che può essere un tavolo concreto per il rilancio di Termini”.