Si sono dati appuntamento in centinaia per dare l’ultimo saluto a Marcello Ricci, il fondatore del circolo Albaria morto nella notte tra mercoledì e giovedì, nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Palermo. Familiari e amici da sempre al suo fianco, ma anche decine di persone con la passione del mare, della vela e di quelle sensazioni di libertà che solo il vento tra i capelli con lo sciabordio delle onde sottostanti sono capaci di regalare. Per non parlare di coloro i quali lo hanno conosciuto nel suo ambito professionale, la medicina.
Marcello Ricci ha fatto parte di quella Palermo capace di creare e di dare. Di creare qualcosa capace di rimanere nel tempo. Parliamo del circolo Albaria, naturalmente, di cui è stato uno dei fondatori e l’ispiratore del nome, folgorato da un’alba vissuta in una Mothia che toglieva il respiro. Parliamo del Windsurf World Festival, manifestazione internazionale di una disciplina che a poco a poco è diventata sempre più seguita tra gli appassionati di mare palermitani e siciliani. E che ha reso Palermo meta di atleti e squadre di cultori da tutto il mondo.
Marcello non ha mai smesso di affiancare alla sua professione medica la pratica di istruttore di windsurf, nonostante i mille impegni, professionali e familiari. A testimonianza di una passione vera e profonda. Passione che ha sempre messo nel suo lavoro. Nel quale si spendeva senza limiti e dove la sua grande umanità lo portava a non far mai mancare il suo aiuto a chi ne aveva bisogno, sempre e comunque.
Paolo Allegra, uno degli amici di vecchia data, lo ricorda così. “Personalità schiva e al contempo marcata, riusciva a coniugare una fantasia sfrenata nel sintetizzare, per mezzo di esilaranti battute, le assurdità della vita con una delicata sensibilità nel capire il dolore. Con leggerezza, intercalando nella goliardia, capiva immediatamente che cosa ti preoccupava davvero in quel momento, che cosa ti stava a cuore. E con discreta ma costante attenzione ti stava vicino, con poche domande che mostravano vero interesse, condivisione dei valori, sincera empatia. Nessun facile consiglio o giudizio, ma semplicemente la manifestazione che lui aveva davvero capito ed era lì con te a condividere l’angoscia. Ci mancherà la sua intelligente capacità di ascoltare”.
Una persona che ha sempre badato alla sostanza delle cose e poco all’apparenza. Così come sempre dovrebbe essere. Ecco perché oggi Palermo si scopre un po’ più povera. Ma il suo ricordo vivrà sempre nella memoria di chi gli ha voluto bene, di chi ha condiviso con lui istanti che non verranno cancellati dal tempo, nell’anima e nella mente dei suoi familiari e dei suoi amici.