Prosegue a singhiozzo la votazione degli articoli della Finanziaria in discussione, ormai da due giorni, nell’aula dell’Assemblea regionale siciliana. Il presidente, Giovanni Ardizzone è stato più volte costretto a sospendere la seduta, tanto che alla fine ha pure redarguito i deputati.
“La piazza di fronte al Parlamento non è gremita – tuona Ardizzone, ricordando che la manovra avrebbe dovuto essere approvata entro il 31 dicembre – ma i siciliani ci osservano: sapevamo tutti di trovarci in una situazione di emergenza, ritardare l’approvazione della manovra significa ritardare il pagamento di stipendi e forniture”.
Rimproveri che, tuttavia, non sortiscono l’effetto sperato, tanto che la manovra affonda tra interventi e subemendamenti. “Il bilancio è arrivato in ritardo per questioni oggettive – ha aggiunto Ardizzone in aula – avevamo assunto l’impegno di approvare la manovra nel tempo più breve possibile anche in relazione alla proroga dei precari: adesso serve responsabilità”.
Una preoccupazione giustificata quella del presidente dell’Ars. Il procrastinarsi dell’approvazione della Finanziaria, infatti, avvicina sempre di più lo spettro dell’esercizio provvisorio, una vera e propria mannaia sui quasi 20 mila precari il cui destino è legato alla Regione. Esercizio provvisorio temuto dai sindacati, ma non da una parte dell’aula. “Siamo in forte ritardo nell’iter di approvazione della legge Finanziaria – dice l’onorevole Forzese – e lo spettacolo che stiamo dando in Aula, con continui stop and go, rischia di bloccare i pagamenti della pubblica amministrazione previsti a gennaio”
Colpo di scena, invece, quando, con un blitz a sorpresa, il governo Crocetta, grazie all’appoggio del Movimento Cinque Stelle, artefice dell’unificazione degli emendamenti, è riuscito a fare passare in aula la riforma dei Consorzi di bonifica, che passano da 11 a 2, con la soppressione di decine di posti di sottogoverno. La norma, contenuta nella legge di stabilità, è stata contestata da pezzi dell’opposizione, soprattutto del Mpa-Pds. “E’ un grande successo, da vent’anni si parlava di questa riforma”, dice il presidente della Regione, Rosario Crocetta.
A imperversare, comunque, sono le tensioni. “Se pensate di scaricare sulla presidenza dell’Ars le tensioni di ordine politico sappiate che non ci riuscirete” ammonisce ancora Ardizzone prima di passare all’esame dell’articolo 19, che segue all’accantonamento del 18, rispondendo a un forte attacco di Santi Formica.
Approvato anche l’articolo 20, passa la riforma socio sanitaria. “L’approvazione dell’art. 20 della legge di stabilità è una scelta di grande civiltà – dice Lino Leanza, deputato di Articolo 4 – Una integrazione socio sanitaria agganciata alle norme nazionali ci consentirà di dare maggiori certezze di assistenza in quella ‘zona grigia’ che non è di competenza sanitaria ma non è ancora di competenza sei servizi sociali ovvero i settori della disabilità, della non autosufficienza e delle nuove povertà”.