Un rompicapo per la squadra mobile della Questura di Catania, l’uccisione di Maria Concetta Velardi, la vedova di 59 anni assassinata ieri pomeriggio con colpi di pietra lavica alla testa all’interno del cimitero.
Per gli inquirenti è stata una notte di interrogatori e indagini. Tra le persone sentite, attualmente soltanto come testimoni, c’è anche l’unico figlio della vittima, che ha ritrovato il corpo della madre non lontano dalla cappella di famiglia. L’uomo, 40 anni, sottufficiale della marina militare, ha spiegato che nel primo pomeriggio si era allontanato dal cimitero per andare al Bar Divino Amore per un caffè e di avere scoperto il cadavere della madre al suo ritorno. Ha tentato di prestarle subito soccorso, ma la donna era già morta.
La polizia ha verificato la sua ricostruzione che coinciderebbe con diverse altre testimonianze. Sono stati infatti sentite diverse persone che hanno la cappella vicino a quella della famiglia Matà e personale e avventori abituali del bar.
Maria Concetta Velardi e Angelo Matà sono definiti da conoscenti come “persone tranquille, per bene”, e, confermano fonti investigative, assolutamente estranei a ambienti criminali. Resta, al momento, un giallo, quindi, l’omicidio, anche perché sembra esclusa la rapina: la donna indossava ancora una collana e un bracciale è stato trovato vicino a un masso. La vedova era abitudinaria: si recava tutti i giorni al cimitero per pregare e pulire la cappella di famiglia dove sono tumulati suo marito Angelo e suo figlio Lorenzo, morto 5 anni fa per una malattia.
La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta, senza indagati, coordinata dal procuratore capo Giovanni Salvi e dal sostituto Giuseppe Sturiale, e ha disposto l’autopsia.