La Corte Europea rimprovera l’Italia: i genitori hanno il diritto di dare ai propri figli il cognome della madre.
Da Strasburgo arriva la condanna in seguito al ricorso presentato da una coppia di coniugi lombardi che si erano visti negare questo diritto e nella sentenza, che verrà resa definitiva tra 3 mesi, i giudici dichiarano che “l’Italia deve adottare riforme legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata”.
In particolare, l’Italia avrebbe violato il “diritto di non discriminazione tra coniugi” e parallelamente quello del rispetto della vita familiare e privata in quanto “se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne”.
Nonostante la Corte costituzionale italiana avesse già messo in luce questo problema, i giudici della Corte Europea sottolineano come non sia sufficiente la possibilità, introdotta nel 2000, di aggiungere il nome paterno a quello materno per garantire un’eguaglianza tra i coniugi, e sollecitano quindi un cambio di legge.
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