Si aggrava il bilancio dei due attentati che a 24 ore di distanza hanno colpito la città russa di Volgograd. Le vittime accertate sono in totale 33, dopo che due dei gravi feriti non hanno superato la notte.
Il ministero delle Emergenze ha spiegato che la prima vittima era rimasta ferita nell’attentato alla stazione della città, portando il totale a 18 morti, la seconda, invece, era sul filobus esploso ieri causando 15 morti.
Non c’è pace a Volgograd: un secondo attentato dinamitardo, dopo quello kamikaze di ieri che ha provocato una strage alla stazione, ha ucciso stamattina almeno 15 persone. A renderlo noto il vice governatore della regione omonima, Vassily Galushkin.
A esplodere intorno alle 8.23 (5.23 italiane), secondo le immagini mostrate dalla tv russa, un filobus: il veicolo è quasi totalmente distrutto. Oltre le vittime, ci sarebbero almeno 10 feriti.
La notizia è stata diffusa dall’agenzia stampa Interfax. Il bilancio provvisorio è stato confermato da fonti di giustizia: si tratterebbe del secondo atto terroristico in pochissime ore. E si inizia a temere per le olimpiadi invernali di Sochi.
Il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che dietro i due attentati si nascondono “banditi” islamisti. Secondo il governo gli attentatori sarebbero legati a Doku Umarov, leader dei ribelli nel nord del Caucaso, che – dichiara in una nota il ministero – continua ad ingaggiare nuovi combattenti in “una guerra terroristica” condotta “sotto la bandiera della jihad”.
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha espresso “oltraggio” per gli attentati. L’organo più importante dell’Onu ha condannato “nei termini più duri” gli “abominevoli ed orrendi” attacchi che hanno “deliberatamente preso di mira” luoghi di raccolta, in particolare i trasporti pubblici.