Il videomessaggio di fine anno del presidente della Repubblica potrebbe essere accompagnato da un suo contraltare firmato Silvio Berlusconi. L’idea è balenata nella mente del Cavaliere negli ultimi giorni, ma una contemporanea decisione di Beppe Grillo in tal senso, lo potrebbe far desistere. La possibilità esiste ed è abbastanza concreta.
A contrastare questa idea ci sarebbero alcuni dei suoi fedelissimi non proprio convinti della bontà di questa mossa. Ma conoscendo la proverbiale propensione del leader di Forza Italia verso questo tipo di comunicazione è probabile che il colpo di teatro venga effettuato.
Intanto ieri è tornato a parlare attraverso una telefonata alla convention di Grande Sud a Cefalù, il movimento di Gianfranco Miccichè confluito nell’area forzista. “L’Italia non è governabile in questo momento – ha detto Berlusconi – e per questo c’è bisogno di un cambiamento netto dal punto di vista istituzionale. E per riuscirci c’è bisogno di una maggioranza assoluta”.
Berlusconi ribadisce la volontà di una riforma del Paese verso il presidenzialismo perché “l’architettura costituzionale così com’è stata concepita non è fatta per decidere ma per vietare”. Il modello per l’ex premier sarebbe quello di una divisione di poteri tra le due Camere, una delle quali abbia “il 50 per cento dei componenti in meno con un tempo massimo di 120 giorni per approvare un provvedimento del Consiglio dei ministri”.
Dalla ipotetica riforma concepita da Berlusconi non vengono tagliate fuori la Corte costituzionale e il presidente della Repubblica. Per quest’ultimo vorrebbe “l’elezione diretta da parte dei cittadini” un po’ come accade già per le repubbliche presidenziali e per la Consulta “un’elezione fatta solo dai magistrati e dal Parlamento”.
Concetti ribaditi anche al Tg5 dove in mattinata, sempre in collegamento telefonico, ha continuato sulla scia di quanto già affermato alla convention di Grande Sud: “Bisogna cambiare – ha sostenuto – l’assetto del Paese. Il miglior sistema è quello bipolare, sul modello Usa”. Scetticismo nei confronti di Matteo Renzi e della nuova linea del Partito democratico: “Le novità non si misurano con l’anagrafe ma sulle idee. La sinistra, infatti, continua a volere tasse, patrimoniali e imposte di successione”.