Un dubbio scuote le truppe del governatoe della Regione siciliana, Rosario Crocetta, “azzoppato” dal voto dell’Assemblea regionale, chiamata a esprimersi sulla proroga dei commissari delle province. Proprio sul finire dei lavori, quando il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, stava per rinviare tutto a lunedì prossimo, ore 12, a chiedere la parola è stato Antonio Malafarina, crocettiano di ferro: “Perché molti colleghi che hanno dichiarato posizione favorevole in merito alla proroga e che sono presenti non risultano tali?”.
Secca la replica del presidente Ardizzone: “Onorevole Malafarina, sa bene come funzionano queste cose: i deputati o non erano momentaneamente presenti al momento della votazione o non hanno tenuto premuto il pulsante il tempo necessario perché il voto venisse registrato”.
Nel pomeriggio, poi, giungono le testimonianze di Forzese e D’Agostino che all’unisono dichiarano: “Il mio voto non è stato rilevato dal sistema”, ma sulla votazione rimane un alone di mistero alimentato proprio dal botta e risposta scatenatosi tra i due esponenti dell’Udc.
“Anch’io ho potuto constare che il mio voto a favore della proroga dei commissari delle Province regionali non è stato registrato dal sistema di voto di sala d’Ercole – dice Forzese – ma alla luce del risultato che fa emergere forti divaricazioni in maggioranza non posso esimermi dal far notare che già in mattinata autorevoli esponenti dell’Udc avevano manifestato perplessità e usato toni forti, come nel caso del collega Nicola D’Agostino, sulla proposta del governo Crocetta di estendere il periodo di commissariamento ad altri due mesi”.
Da par suo, D’Agostino replica: “Sono sempre stato a favore dell’abolizione delle Province, ma io sono per una riforma vera, non basta cambiare il nome. Anche in Aula ho ribadito che avrei votato seguendo le indicazioni di governo e maggioranza, a maggior ragione dopo aver sentito l’intervento del presidente Crocetta. Purtroppo, però, il mio voto non è stato registrato dal sistema elettronico. È vero, quel testo non mi piace, ma io sono stato leale oggi in aula. Subito dopo il voto ho fatto notare alla presidenza dell’Ars l’errore, ma con il voto segreto non c’era alcun modo per rimediare. È successo altre volte, ma oggi si nota di più”.
Alla fine, sarebbero sei in totale gli esponenti di maggioranza che, pur avendo votato, sarebbero risultati assenti. Di certo c’è però che comunicati come quello dello stesso D’Agostino, che poco prima dell’aula criticava proprio la legge oggetto di discussione, o le esternazioni del governatore Crocetta, che ha parlato di “franchi tiratori”, non dissipano le tante ombre che si aggirano sulla votazione di oggi all’Ars.