Sequestro milionario a Catania ai danni dei coniugi Massimo Leonardi, 41 anni, e Daniela Strano, 39 anni, arrestati lo scorso luglio 2012 perché ritenuti collegati al clan Cappello-Bonaccorsi “Carateddi”, dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Il valore presunto dei beni immobili e mobili confiscati, costituiti da numerosi appartamenti, terreni, auto e motoveicoli, ammonta ad oltre cinque milioni di euro.
La proposta che ha portato all’emissione del decreto trae origine dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catania nei confronti di 20 persone – operazione denominata “Revenge IV” – facenti parte dell’associazione mafiosa “Carateddi”, operante a Catania e rappresentata da Orazio Finocchiaro, 41 anni, Alessandro Bonaccorsi, 35 anni (cognato di Massimo Leonardi) e Giovanni Musumeci, 41 anni. Secondo gli inquirenti, Massimo Leonardi e Daniela Strano avevano acquistato, detenuto e ceduto a terzi sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana e avevano assunto n ruolo apicale in seno al clan dei “Carateddi” in merito alla gestione del traffico di droga. Leonardi, nello specifico, risultava aver avuto diverse mansioni organizzative, dal procacciamento di clienti al controllo dei sodali, fino alla cessione a terzi della piazza di spaccio dietro compenso da corrispondere settimanalmente. La moglie avrebbe svolto invece la funzione di contabile e di custode del denaro, ricevendo una retribuzione fissa.
L’attività d’indagine patrimoniale svolta ha consentito di accertare la sproporzione tra il valore dei beni intestati ai coniugi e i redditi leciti dei quali i medesimi godevano all’epoca dei relativi acquisti. In particolare si è dimostrato, dall’esame degli atti pubblici di compravendita, che per l’acquisto degli immobili oggetto di sequestro era stato utilizzato denaro contante, ritenuto derivante dai proventi dell’attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno consentito inoltre di accertare che Massimo Leonardi, pur non ricoprendo cariche all’interno della società Metal Ferrosi srl, con sede a Catania (di cui gli attuali soci sono il padre Felice e lo zio Salvatore), immetteva liquidità con lo scopo di riciclare il denaro di provenienza illecita. Oltre alla predetta società, sigilli sono stati posti anche alla società Giada Immobiliare srl, di cui la totalità delle quote sono possedute dalla società Metal Ferrosi srl, in quanto si è dimostrato che i capitali per la costituzione di detta società erano formalmente riconducibili, direttamente o indirettamente (attraverso altre persone comunque familiari) sempre ai coniugi Leonardi. Sono state altresì sequestrate le quote intestate al padre Felice e allo zio Salvatore della società Futura Ambiente srl.