Inizia oggi la corsa contro il tempo dell’Assemblea regionale siciliana per l’approvazione di Bilancio e Finanziaria prima della fine dell’anno. Un obiettivo da raggiungere sia per risolvere – almeno temporaneamente – alcune emergenze occupazionali, come quelle dei precari della pubblica amministrazione e degli ex Pip, ma anche perché i politici ormai ci hanno messo la faccia. Soprattutto i presidenti di Regione e Ars e gli esponenti della maggioranza: “Quest’anno non ricorreremo all’esercizio provvisorio”, si sono sbilanciati. E così via al count down.
Ma sugli intenti di Sala d’Ercole grava l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle che bocciano senza mezzi termini la politica della Regione finora messa in campo per il precariato. “L’ulteriore impiego di risorse del bilancio regionale per garantire le proroghe – dicono i deputati grillini dell’Ars – non è una strada percorribile. Così come sono immorali i tagli previsti alla cultura, ai servizi e agli investimenti. La Regione siciliana, al netto delle spese sanitarie, spende già un terzo del proprio bilancio in stipendi, secondo i dati della Corte dei conti 2012”.
Oltre ai provvedimenti necessari per prorogare di ulteriori tre anni i contratti dei precari della Pubblica amministrazione siciliana – dopo che il governo nazionale ha inserito e approvato una norma nella legge di stabilità per garantirne la copertura economica – la giunta regionale ha inserito tra le pieghe della Finanziaria anche un emendamento per gli ex Pip “Emergenza Palermo”, circa tremila persone che attualmente vivono con un assegno di disoccupazione calcolato sulla base del loro vecchio stipendio e per cui Palazzo d’Orleans ha previsto un contributo mensile da 832 euro al mese per tre anni in vista di un processo di stabilizzazione.
Ed è proprio su queste misure che si concentra il disappunto del Movimento 5 Stelle, che promette battaglia in Aula, con il rischio di trascinare i lavori della seduta ben oltre la notte di San Silvestro.
“Pur vicini umanamente alle vicende di coloro che si sono trovati coinvolti in queste dinamiche, create ad arte dalla politica – aggiungono i deputati – non possiamo che essere in disaccordo con le proposte di chi il problema l’ha costruito, e a cui forse lo stesso problema torna utile per propri fini elettorali”. “In una situazione come questa – concludono i grillini – bisogna necessariamente cambiare rotta e decidere di investire nell’autoimpiego, trasferire personale dal settore pubblico a quello privato, agevolando le assunzioni di precari e snellendo quest’esercito di più di 20.000 persone non più sostenibile, che ingolfa la macchina amministrativa”.