L’omicidio di Melania Rea ha ancora un unico imputato e condannato. La decisione della corte d’Assise dell’Aquila di condannare a 30 anni di reclusione il marito della donna, Salvatore Parolisi, oggi è stata motivata: “Gravi sono gli indizi consistenti, cioè resistenti alle obiezioni e quindi attendibili e convincenti”.
I legali di Parolini hanno subito controbattuto, parlando di un “caos motivazionale”. Per Valter Biscotti e Nicodemo Gentile “la Corte ha di fatto cancellato nei tratti più rilevanti la sentenza di primo grado impugnata.
Intanto la Corte d’appello ha spiegato che il risalto mediatico della vicenda potrebbe “avere inevitabilmente influito sulla genuinità dei ricordi delle persone informate sui fatti”. Inoltre i giudici sono sicuri: “Parolisi ha mentito”, perché, come si legge nelle motivazioni, Melania Rea “non può essere scomparsa dal luogo e nell’orario indicati dal Parolisi”.
Gli avvocati del caporalmaggiore hanno già annunciato il ricordo alla Cassazione, intanto Parolisi resta l’unico incriminato per la morte della donna.