Cominciato il percorso a ritroso del Governo sulla norma che regola le entrate legate al gioco d’azzardo e alle slot machine. “Un errore e il governo rimedierà”, ha detto il premier Enrico Letta pochi minuti dopo l’approvazione alla Camera dei deputati della legge di Stabilità. “Presenteremo un piano d’azione contro la ludopatia e il gioco d’azzardo perché su questo tema è necessario fare molto di più. Il piano è quasi pronto”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, con convinzione, ma anche perché pressato sul punto dal segretario del Pd, Matteo Renzi, che già si era scagliato contro il provvedimento.
L’emendamento prevede la riduzione dei trasferimenti a favore delle Regioni e degli Enti locali qualora siano approvate norme in materia di gioco che determinino minori entrate erariali o maggiori spese statali. La riduzione quindi sarà corrispondente all’entità delle minori entrate o delle maggiori spese. Immediata la protesta dell’Anci, l’associazione che riunisce i Comuni d’Italia: “La norma approvata dal Senato – dichiarano il sindaco di Modena e delegato Anci alla sicurezza e alla immigrazione, Giorgio Pighi – è una evidente provocazione. Il tema andrebbe invece affrontato con la massima attenzione, in un quadro di regole che scoraggi il gioco d’azzardo, soprattutto per quanto riguarda le fasce più deboli ed esposte della popolazione”.
“Non posso spiegarlo perché è inspiegabile. Ho chiesto al Pd di rimediare e su questo agiremo”, ha scritto su Twitter il neo leder del Partito democratico Renzi. E a sopprimere la contestata norma sulle slot machine prevista dal cosiddetto “dl salva Roma” è arrivato l’emendamento a firma del capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza. I primi, in realtà, a depositare la richiesta di cancellare questa previsione sono stati i deputati della Lega. In questa direzione anche Sel, M5s e Forza Italia e Udc. “A noi dell’Udc – dice il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia – non piace della Legge di Stabilità questa norma sulle slot machine che è una vera e propria vergogna”.
Il Movimento 5 Stelle, primo a denunciare l’emendamento da “Stato cravattaro” contro i Comuni che lottano contro le slot-machines, dopo il goffo dietrofront del Pd rilancia la sfida. “Il Pd ha votato in massa questo provvedimento, nonostante in Commissione prima ed in Aula poi gli fosse stato ben spiegato che schifezza stavano per votare. Forse non sanno nemmeno leggere e comprendere quello che votano?”, ha attaccato la capogruppo M5S al Senato Paola Taverna. “Ora se il Pd di Renzi è coerente e si è veramente pentito a scoppio ritardato non ha che una via, visti i tempi ristretti: non c’è tempo per modificarlo e rimandarlo al Senato, la maggioranza deve farlo decadere, non c’è altra via. Basta non votarlo. “Oppure – minaccia il deputato grillino Luigi Di Maio – gli faremo passare Natale e Santo Stefano a Montecitorio con il nostro ostruzionismo costruttivo. Queste norme giocano con la vita delle famiglie italiane”.