“Salviamo Anthony Farina, recluso da 20 anni nel braccio della morte in un carcere della Florida, condannato alla pena capitale senza che, in realtà, abbia avuto volontà o ucciso qualcuno”. A lanciare l’accorato appello è Francesco Re, sindaco di Santo Stefano di Camastra (Messina), pronto ad ospitare in città Anthony e suo fratello Jeffrey, con prospettive di reinserimento anche lavorativo. “Siamo convinti, con il parroco della città e la comunità, che questa sia la strada giusta per salvare la vita del ragazzo siculo-americano – spiega -, figlio di genitori originari di Santo Stefano di Camastra”.
Re afferma che numerosi concittadini sono disposti ad accogliere il giovane Anthony ed offrirgli l’opportunità di una seconda chance: “del resto, si tratta di un ragazzo che potrebbe morire per l’errore più grande della sua vita commesso a soli 18 anni”. Venti anni fa i due fratelli, complici in una rapina in un fast-food di Daytona Beach, furono condannati alla pena di morte per l’uccisione di un dipendente del locale. A Jeffrey, che ha effettivamente sparato, la pena è stata commutata in ergastolo e poi diminuita a 25 anni per aver compiuto il reato quando era minorenne.
“Anthony Farina ha solo preso parte a un fatto di sangue – conclude il primo cittadino di Santo Stefano -, che lui non abbia commesso l’omicidio è una verità sacrosanta. La sua pena non può essere commutata perché all’epoca aveva già 18 anni”. L’appello si unisce alla richiesta di grazia presentata da Amnesty International, l’associazione Nessuno Tocchi Caino, la Comunità di Sant’Egidio, l’associazione britannica Reprieve e la Northwestern University dell’Illinois.