Il simbolico titolo di ‘Italiano dell’anno’ era stato attribuito da Famiglia Cristiana a Laura Boldrini, allora portavoce portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nel 2009, a Dionigi Tettamanzi nel 2010, a Giorgio Napolitano nel 2011, alla famiglia Crispo (Vincenzo e Anna Rita con Chiara e Matteo) di Massa Lubrense (Na) in rappresentanza della famiglia italiana che, di fronte alla gravissima crisi economica e di valori, ha saputo resistere e reagire.
Quest’anno invece ”una scelta – spiega il direttore don Antonio Sciortino – che premia gli abitanti di Lampedusa per la loro generosità, per la loro accoglienza, per essere usciti di casa a salvare vite umane, al di là della loro provenienza, del colore della pelle e del credo religioso. Una generosità fuori del comune che avrebbe meritato all’isola anche il Nobel per la pace. Un riconoscimento, inoltre, che intende scuotere le coscienze di chi è insensibile all’immigrazione e ai morti annegati in mare, ma anche denunciare il trattamento disumano e incivile riservato agli immigrati nel Campo di accoglienza di Lampedusa, come è avvenuto nei giorni scorsi”.