Giorgio Squinzi raffredda i facili entusiasmi: “Vedo molto ottimismo in giro. Il problema è che abbiamo perso oltre 9 punti di Pil dal 2007 ad oggi”. Insomma, i progressi dell’ultimo trimestre non si possono “interpretare con tutta la buona volontà come un segnale di decisa ripartenza o di fine della recessione”.
“Non si può dire ora che la recessione è finita e che c’è la ripresa”, dice in modo lapidario il leader di Confindustria “Vediamo cosa succederà nei prossimi mesi, soprattutto credo che la ripresa ce la dobbiamo conquistare come paese facendo le riforme”.
Ancora una volta, il numero uno degli industriali critica l’operato del governo Letta, scagliandosi contro la legge di stabilità: “Qualche elemento positivo c’è ma non è quello che ci aspettavamo e non è sufficiente a far ripartire il paese. Il nostro giudizio non è positivo”.
E mentre Confindustria annuncia che l’economia italiana si trova in delle condizioni tali da ricordare le fine di una guerra, il leader punta sulle riforme istituzionali: “Basta con i rinvii e i tatticismi. Serve un consenso ampio per attuare le riforme istituzionali”.
Infine l’appello: “Al governo e alla politica diciamo che bisogna agire con coraggio e rapidità, perché ogni giorno perso vuol dire far morire le imprese e lasciare persone senza lavoro”.