Gian Carlo Caselli, procuratore di Torino, andrà in pensione a fine mese e oggi ha voluto salutare colleghi e autorità nell’aula magna del palazzo di giustizia del capoluogo piemontese. “Oggi non si chiude solo il mio impegno alla procura di Torino ma un lungo percorso fatto di incarichi diversi. Il filo che li unisce è la gratitudine per chi mi ha aiutato”. Queste le parole del magistrato che ha ricordato il periodo degli anni di piombo e quelli da procuratore a Palermo.
“Abbiamo contribuito ad arrestare la deriva che il terrorismo stava innescando” ha detto parlando degli anni di piombo. Come ex procuratore di Palermo ha ricordato, invece, “l’orgoglio per avere posto in essere una resistenza che ha consentito allo Stato di non soccombere alla mafia stragistica“.
In definitiva, ha concluso Caselli, “posso tracciare un bilancio positivo, ben consapevole che i risultati ottenuti sono sempre stati il prodotto di un lavoro di squadra”. Prima del suo intervento, mentre era seduto tra i procuratori aggiunti che lo hanno affiancato in questi anni, si erano congratulati con lui, tra gli altri, il presidente della Corte d’appello Mario Barbuto, il presidente dei gip Francesco Gianfrotta, il presidente dell’ordine degli avvocati Mario Napoli e il procuratore generale Marcello Maddalena, che ha tenuto un discorso scanzonato che ha strappato più volte il divertito applauso dei presenti.