Il piano stilato dall’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, verrà rinviato alle Aziende sanitarie provinciali e alle Aziende ospedaliere di competenza per la correzione degli errori riscontrati. Lo hanno concordato la stessa Borsellino con il presidente della commissione Sanità all’Ars, Pippo Digiacomo.
La bozza presentava delle incongruenze che dovranno essere corrette. “Ci è sembrato un atto opportuno – dice il presidente della commissione Pippo Digiacomo – il documento presentava troppi elementi inspiegabili che era necessario correggere per evitare di seminare il panico”.
Il piano verrà adesso discusso da tutti i soggetti istituzionali, giunta e commissione Sanità in primis, così come deciso dall’assessore Borsellino, che ha confermato la trasmissione del piano di rimodulazione della rete ospedaliera anche alle aziende sanitarie che potranno fare le loro osservazioni. Questo affinché ciascuno degli attori chiamati in causa possa fornire il suo apporto alla discussione e arrivare a una decisione finale condivisa.
Plauso alla decisione da parte del vicecapogruppo del Pdl all’Ars, Marco Falcone: “Sono stato il primo a sostenere che il piano di riordino della rete ospedaliera non solo non era adeguato, ma avrebbe comportato notevoli danni all’offerta ospedaliera e all’erogazione delle prestazioni sanitarie in Sicilia. Mi sembra che di fronte ad una proposta decisamente penalizzante e incongrua – ha detto il parlamentare di Forza Italia – la scelta dell’assessore Borsellino, sebbene appaia come una marcia indietro, si traduce in necessaria correzione di una cura che sarebbe stata peggiore del male”.
Anche Salvatore Cascio, deputato di Articolo 4, aveva espresso i suoi dubbi in merito alla possibile realizzazione di un piano così strutturato: “Il nuovo piano sanitario regionale presentato in sesta commissione appare improvvisato e completamente scollegato dal territorio – ha detto Cascio -. Si registra un accentramento dei servizi nelle città metropolitane ed aree limitrofe e si sguarniscono del tutto le periferie azzerando, tendenzialmente, i servizi nel territorio”.
E un’ulteriore richiesta di confronto sulla bozza stilata dalla Borsellino era arrivata anche dai deputati di Drs, Giuseppe Picciolo e Salvo Lo Giudice, “per tenere conto delle reali esigenze dei territori”.