Novità per chi soffre di glicemia: da adesso sarà possibile misurarla con una penna altamente tecnologica del tutto indolore.
Niente più punture sui polpastrelli per i diabetici, quindi. Glucopen, la speciale penna brevettata dai ricercatori degli atenei di Pisa, Firenze e del Cnr è una vera e propria rivoluzione: riesce infatti a misurare il livello di glucosio senza entrare in contatto con il sangue.
Nella penna, la lancetta che misura la quantità di glucosio è composta da cannule microscopiche capaci di penetrare gli strati superficiali della pelle in modo indolore e di prelevare un piccola quantità di liquido interstiziale, il fluido presente fra le cellule dei tessuti del nostro corpo. A quel punto entra in gioco un opportuno biosensore sviluppato dal dipartimento di chimica dell’Università di Firenze che fornisce il dato di glucosio.
“Ci siamo ispirati alla proboscide delle zanzare per progettare microaghi in ossido di silicio, vetro puro, da dieci a cento volte più sottili di un capello umano”, ha spiegato il coordinatore del progetto Giuseppe Barillaro del Laboratorio di tecnologie microelettroniche e microsistemi del dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa, presentando la Glucopen al workshop “Nanotecnologie e medicina”.
Il progetto di ricerca triennale è stato cofinanziato dalla Regione Toscana ed è stato realizzato con il contribuito dei ricercatori del Laboratorio di biochimica cardiovascolare dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa. “Il nostro team ha fornito una convalida analitica del dispositivo, effettuando una serie di simulazioni sul liquido interstiziale”, spiegano le ricercatrici dell’Ifc-Cnr Daniela Giannessi e Silvia Del Ry.
“Obiettivo – aggiungono Giannessi e Del Ry – era valutare le caratteristiche di accuratezza, riproducibilità e sensibilità del sistema integrato di misura utilizzato dalla penna. Inoltre, grazie alle competenze di medicina di laboratorio di cui l’Istituto dispone, i risultati analitici ottenuti con la Glucopen sono stati confrontati con quelli ottenuti con i classici analizzatori usati nei laboratori di chimica clinica”.