L’impronta ideologica su cui si sviluppa il gruppo internazionale di Anonymous, gruppi di hacker che accedono abusivamente a siti istituzionali o di società private, non giustifica le attività del gruppo. La Cassazione, con una sentenza che conferma la custodia cautelare agli arresti domiciliari per Gianluca Preite , ha quindi spiegato che esiste un reato in questo tipo di attività: “Al di là dei valori ideali quel che conta è il programma che il gruppo sì propone: un accordo per introdursi illegalmente nei siti altrui e quello è di norma reato”.
“Non è in discussione la liceità del gruppo Anonymous inteso nella sua dimensione complessiva su scala mondiale, ovvero delle finalità di carattere generale che il gruppo medesimo persegue, ma si discute appunto di cellule che possono avere pianificato iniziative illecite”, così spiega la Cassazione la sua sentenza che però non risulta essere condivisibile. Carlo Taormina, infatti, legale di Preite spiegando la sua tesi difensiva “la finalità ideale dei valori perseguiti da Anonymous, in ipotesi coincidente con principi largamente condivisi nel tessuto sociale, escluderebbe per questo stesso motivo la possibilità di discutere di reati associativi”.
Ma sulla tesi sostenuta dall’avvocato la Cassazione ha replicato che “al di là dei valori ideali, quel che conta è il programma condiviso anche in ordine alle modalità di perseguimento dei fini (per quanto lusinghieri e meritori) che il gruppo si propone: perciò un accordo per introdursi abusivamente su siti altrui, e quello è di norma un reato a prescindere dalle finalità che animano chi lo faccia, può certamente costituire il presupposto di un’associazione per delinquere”.