Italiani sempre più a rischio esclusione sociale e povertà. Secondo l’Istat si tratta di quasi il 30 per cento (29,9%) dei residenti nel Paese, solo nel 2012. La categoria presa in esame risponde alla definizione adottata nell’ambito della strategia Europa 2020.
L’Istat rileva che l’indicatore cresce di quasi due punti rispetto al 2011. In particolare l’Istat registra una diffusione della “severa deprivazione” superiore alla media europea (9,9%). Aumentano le persone che non si possono permettere una settimana di ferie (dal 46,7% al 50,8%), di riscaldare adeguatamente la propria casa (dal 18,0% al 21,2%), sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 38,6% al 42,5%) o alimentarsi con un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 12,4% al 16,8%).
Il rischio di povertà o esclusione sociale è più alto per le famiglie numerose (39,5%) o monoreddito (48,3%). Aumenti significativi, tra il 2011 e il 2012, si registrano tra gli anziani soli (dal 34,8% al 38,0%), i monogenitori (dal 39,4% al 41,7%), le famiglie con tre o più figli (dal 39,8% al 48,3%).
Un dato più grave nel Mezzogiorno, dove il fenomeno interessa quasi la metà (il 48%) dei residenti. Nel 2011 la metà delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito netto non superiore a 24.634 euro l’anno (circa 2.053 al mese). Nel Sud e nelle Isole il 50 per cento delle famiglie percepisce meno di 20.129 euro (circa 1.677 euro mensili).