Angelo Pizzuto, ex presidente del Parco delle Madonie, potrà tornare al lavoro già da lunedì. Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia amministrativa, accogliendo il ricorso cautelare in appello presentato dagli avvocati difensori Gaetano Armao e Tiziana Milana contro il provvedimento che lo aveva sospeso dalle funzioni. La Regione, inoltre, è stata anche condannata al pagamento delle spese.
“È stata censurata l’illegittima e pervicace condotta del Governo e riconosciuto il diritto alla buona amministrazione stabilito dalla carta fondamentale dei diritti dell’Unione europea. Adesso – ha detto Armao, ex assessore della giunta Lombardo – la presidenza della Regione tragga le dovute conseguenze e rispetti la legalità, se ci riesce”.
Pizzuto era stato nominato presidente del parco delle Madonie, dopo esserne stato il commissario, il 26 luglio 2012. Poi, esattamente un anno dopo, in seguito a una conferenza stampa nella quale si denunziavano disfunzioni e spese per una missione regionale in Canada, il presidente della Regione Rosario Crocetta aveva annunciato la rimozione del presidente del parco delle Madonie, perché ritenuto responsabile degli sprechi.
Il 24 ottobre è stata adottata una nuova delibera della Giunta che motiva la rimozione non più come conseguenza della trasferta in Canada bensì per il fatto che il titolo di laurea conseguito da Pizzuto in USA non sarebbe valido in Italia. “Ma anche su questo si instaurerà un nuovo giudizio amministrativo”, aggiunge Armao.
“Una vicenda – ha commentato Pizzuto – nella quale l’unico obiettivo era quello di eliminarmi da presidente del Parco, senza guardare al merito delle questioni. Ma è stato dimostrato che le ragioni stanno dalla mia parte”. Il governatore e la sua Giunta nominarono immediatamente per lo stesso incarico Erasmo Quirino.
“Questa mattina abbiamo comunicato l’ordinanza (n. 866/2013) alla presidenza della Regione, all’Avvocatura dello Stato e al Parco – concludono i legali – e da lunedì Pizzuto può tornare al lavoro. Abbiamo pure richiesto il pagamento della condanna alle spese e la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei conti. Stiano attenti a Palazzo d’Orleans: abbiamo interrotto un procedimento di revoca che è stato illegittimamente avviato da un’amministrazione regionale ormai allo sbando “.
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