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Omicidio Petrucci, per i periti l’assassino era incapace di volere | L’accusa si oppone: “Caruso era lucido”

Le conclusioni dei periti nominati dal giudice che hanno analizzato Samuele Caruso, l’omicida di Carmela Petrucci, la giovane diciassettenne uccisa a ottobre dell’anno scorso a Palermo, sono state al centro dell’udienza di oggi nell’ambito del processo a carico del giovane. In aula era presenta anche Lucia, la sorella di Carmela.

Il pm Caterina Malagoli ha posto numerosi rilievi, insieme al legale di parte civile della famiglia Petrucci, l’avvocato Marina Cassarà, in quanto, secondo i periti, l’imputato era capace di intendere, ma non di volere. La sua volontà era dominata da pensieri paranoici, soggiogata dalla parte impulsiva ed esplosiva e non ci fu premeditazione nel delitto.

Secondo il pm e il legale dell’accusa l’analisi si baserebbe su dati clinici non appurati e non ci sarebbero precedenti medici di questo tipo. L’udienza è stata rinviata a venerdì prossimo quando verranno sentiti i periti dell’accusa.

Redazione

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