Il governo di Enrico Letta andrà avanti: il premier voleva testare la sua maggioranza ed esce dal Parlamento vincitore. Dopo i 379 sì della Camera dei deputati, arriva la fiducia anche del Senato con 173 voti favorevoli e 127 contrari, alla fine di una lunga giornata che vede “la maggioranza più coesa”.
Un governo rafforzato forse anche dall’alleanza un po’ forzata, un po’ naturale con il nuovo segretario del Partito democratico, Matteo Renzi. Il “rottamatore” del Partito democratico non sembra animato da propositi bellicosi che possano portare a scismi all’interno della maggioranza. Un governo che batte ancora una volta Silvio Berlusconi, che con la sua uscita dalla maggioranza aveva fatto scricchiolare alcune poltrone.
Proprio alla scissione del Pdl è andato il pensiero di Letta durante il discorso ai senatori: “Se c’è chi pensa che la scissione del Pdl sia una grande finta, un gioco delle parti, non capite quello che è successo in questi sette mesi, l’avvenimento politico principale di questi 20 anni della Repubblica che avrà conseguenze con cui tutti dobbiamo fare i conti”.
Adesso il premier dovrà tener fede ai propositi per il futuro: “Il grande obiettivo entro il quadro tempistico dei 18 mesi è di avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida”. Il tutto dovrà passare, ovviamente, dalla legge elettorale.