All Seen Alliance, una nuova iniziativa guidata dalla Linux Foundation, sta lavorando su un nuovo progetto: “L’internet delle cose”. La tecnologia si sposterà al di fuori dai semplici schermi dei nostri pc o dei nostri cellulari e tablet e coinvolgerà altri oggetti d’uso quotidiano: dalla tv che potrà essere controllata dal proprio smartphone fino alle tapparelle che si regolano automaticamente in relazione alle condizioni di luce, dal frigo che avvisa quando si sta svuotando fino al rubinetto che emette un segnale in caso di perdite.
Secondo alcune previsioni, entro il 2020 gli oggetti collegati tra loro saranno all’incirca 50 miliardi. Ma prima che questo si realizzi, occorre risolvere qualche problema tecnico, come quello dell’interoperabilità. L’ostacolo più grande è quello di capire come far comunicare oggetti di diversi produttori che operano con protocolli diversi. All Seen Alliance sta puntando proprio su questo e l’obiettivo che si è posto questo progetto è quello di riuscire a coinvolgere almeno in un primo periodo diversi settori : sanità, istruzione, automotive, componentistica.
L’aspetto assolutamente innovativo di questa tecnologia? La possibilità di poter far comunicare oggetti costruiti da produttori diversi senza ricorrere all’utilizzo di dispositivi esterni. Una novità che se dovesse riuscire a raggiungere l’obiettivo prefissato sconvolgerà l’assetto della realtà tecnologica, mettendo in maggior rilievo i dispositivi collegati fra loro a scapito del singolo prodotto.
Come membri di primo livello troviamo al momento grosse aziende come LG, Panasonic, Qualcomm, Sharp e TP-LINK.