Cipriano Chianese, avvocato di 62 anni, viene definito il “re delle ecomafie” dagli inquirenti. Alcuni pentiti lo indicano, invece, come l’inventore del traffico e dello smaltimento illegale di rifiuti. La sua attività arrivava anche nel nord Italia, grazie ad alcuni personaggi di fiducia come l’imprenditrice Franca Caccaro, impegnata nel settore della realizzazione di macchine per la triturazione dei rifiuti.
Chianese, nato a Parete in provincia di Caserta, è stato candidato alla Camera nel 1994 nelle liste di Forza Italia. Massone, è stato coinvolto per la prima volta in inchieste sullo smaltimento di rifiuti illeciti nel 1993, quando venne accusato di associazione mafiosa insieme ad altri venti imprenditori e poi assolto con rito abbreviato dal tribunale di Napoli.
Attraverso società che facevano capo alla sua persona ha gestito la discarica di Giugliano negli anni ’80, adesso destinata a una bonifica da milioni di euro in quanto considerata una vera e propria bomba ecologica.
Il gip di Napoli ha emesso un nuovo provvedimento restrittivo nei suoi confronti nel dicembre del 2005. In quest’occasione ha subito anche il sequestro di beni per concorso esterno in associazione di tipo mafioso; un’inchiesta che accerta come l’uomo abbia una doppia veste di imprenditore e di affiliato al clan, che gli consente di ottenere cospicui ricavi dal traffico di rifiuti che vengono smaltiti in modo abusivo e incontrollato nelle sue discariche.
L’arresto poi il 4 gennaio 2006 e il 4 agosto di quello stesso anno il sequestro preventivo dell’impianto e delle quote societarie di un’azienda attiva nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti. Da questa vicenda giudiziaria, Chianese viene rinviato a giudizio per disastro ambientale e avvelenamento di falde acquifere, processo in fase dibattimentale in corso presso la Corte d’assise di Napoli. Il 12 dicembre 2006 sequestro beni per 82 milioni di euro, divenuto confisca con decreto dell’aprile 2013.