“Le minacce di Totò Riina ai magistrati non vanno prese sotto gamba”. Anche perché “chi riveste in Cosa Nostra un ruolo apicale mantiene questo ruolo finché vive”. È serio l’allarme lanciato dal procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, nel corso di “In 1/2h” di Lucia Annunziata su RaiTre.
“L’allarme che lancia il ministro Alfano – prosegue Lari – non è da sottovalutare. Parla dopo aver ascoltato i magistrati a Palermo. La situazione è seria ma non è assimilabile al ’92-’93 se non perché il protagonista è lo stesso, Totò Riina, che non vede di buon occhio il processo sulla trattativa. E allora di fronte a questa prospettiva potrebbe esserci un colpo di coda di Cosa Nostra”.
“Il processo sulla trattativa ha fatto inalberare Salvatore Riina come non lo hanno fatto inalberare altri processi. Probabilmente perché teme che vengano a galla verità inconfessabili che gli possano far perdere la faccia davanti a Cosa Nostra o perché lo ritiene un insulto all’organizzazione per patti che alla fine si sono rivelati un nulla di fatto”, “un fallimento totale per la mafia”, una trattativa che “non ha dato esiti sperati né da una parte né dall’altra”.
Perché “la trattativa tra pezzi delle Istituzioni e la mafia c’è stata. Poi ognuno ha fornito la sua chiave di lettura. E al di là di questo dato oggettivo – ha concluso Lari – lasciamo che il processo sulla trattativa Stato-mafia segua il suo corso”.