“Il Comitato avrebbe dovuto esaminare le cartelle cliniche dei pazienti che erano stati sottoposti alla cura con la stamina presso l’Ospedale civile di Brescia”. Questo rilevano i giudici amministrativi del Lazio accogliendo il ricorso di Stamina Foundation.
“Dai certificati medici -rileva il Tar- non risulta che questi pazienti abbiano subito subito negativi collaterali”. Inoltre per il Tar “la decisione di iniziare o meno la sperimentazione avrebbe richiesto certamente un maggiore approfondimento”: “solo un’approfondita istruttoria in contraddittorio con chi afferma che il metodo non produce effetti negativi collaterali, potrà, ove a conclusione dei lavori si arrivasse a confermare il parere contrario all’inizio della sperimentazione, convincere anche i malati con patologie dall’esito certamente infausto, e che su tale metodo hanno riposto le ultime speranze, che il rimedio stesso non è almeno allo stato effettivamente praticabile”, precisano.
Dunque in sostanza, afferma il Tribunale amministrativo del Lazio, visto che “la giusta preoccupazione del Ministero della Salute e della Comunità scientifica è che non siano autorizzate procedure che creino solo illusioni di guarigione o di un miglioramento del tipo di vita e che si dimostrino invece nella pratica inutili o addirittura dannose” sarebbe necessaria “un’istruttoria a tal punto approfondita da non lasciare più margini di dubbio, anche ai fautori del metodo in esame, ove il procedimento di concludesse negativamente, che il metodo non è, o almeno non è per il momento, praticabile”.
Il ministero della Salute nominerà un nuovo comitato scientifico di esperti per una nuova valutazione del protocollo Stamina di Davide Vannoni. Ciò a seguito della sentenza di oggi del Tar del Lazio che sospende il comitato scientifico dal quale e’ arrivata la bocciatura al metodo.