Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto di nomina della Commissione del Ministero della Salute che ha bocciato il ‘metodo Stamina’. Di conseguenza è sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione. Accolto dunque il ricorso del presidente di Stamina, Davide Vannoni.
Nella loro ordinanza, i giudici amministrativi (che hanno fissato l’11 giugno l’udienza di merito) hanno anche fatto una sorta di invito al Ministero della Salute ad effettuare un’istruttoria approfondita sul tema del ‘metodo Stamina’. Stamina Foundation contestava davanti al Tar la composizione della Commissione scientifica del Ministero che ha bocciato la sperimentazione, sostenendo, che gli esperti non fossero stati imparziali, e alcuni membri si erano espressi contro il metodo prima ancora di essere nominati.
È necessario che ai lavori del Comitato scientifico per la sperimentazione che ha bocciato il ‘Metodo Stamina’ “partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione o, se ciò non è possibile essendosi tutti gli esperti già esposti, che siano chiamati in seno al Comitato, in pari misura, anche coloro che si sono espressi in favore del metodo”. Lo scrive il Tar nella lunga ordinanza con la quale ha sospeso la nomina della Commissione del ministero della salute.
Sarebbero almeno mille a livello nazionale le richieste di persone affette da patologie gravi e progressive che hanno chiesto il ‘metodo Stamina’. Lo ha affermato il consigliere del Friuli Venezia Giulia Giuseppe Sibau (Autonomia responsabile-centrodestra), annunciando sul tema una proposta di legge regionale per venire incontro a “decine di casi in regione”.
La presentazione della proposta di legge, che dovrà essere votata prima in Commissione e poi in Aula, è giunta in concomitanza con la sospensione, da parte del Tar del Lazio, del decreto di nomina della Commissione del Ministero della Salute che aveva bocciato il ‘metodo Stamina’. Uno stop che di conseguenza ha sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione.
Sibau ha spiegato che, “colpito la scorsa estate dalla richiesta di aiuto di Giuseppe Mazza, affetto da Sla”, ha “presentato un’interrogazione all’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, senza ottenere risposte concrete. Dopo un confronto con la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, sostenitrice del metodo – ha proseguito – mi sono convinto che negare ai cittadini questa cura sarebbe ledere un loro diritto”.
Controfirmata dai consiglieri Dipiazza, De Anna, Ziberna, Novelli, Cargnelutti, Colautti, Riccardi, Marini, Ciriani, Revelant, Barillari e Piccin, “la legge è una norma nuova, che non entra in conflitto con le leggi nazionali – ha proseguito – perché si propone di offrire ai malati la possibilità di sottoporsi a metodi di cura e terapie non ripetitive, rientranti nell’alveo delle cure compassionevoli, e il ‘metodo Stamina’ è annoverato tra le cure non ripetitive”.
Dal canto suo, Andolina, già candidato alla presidenza della Regione per la lista “Sinistra” nel 2013, pur confermando di non essere “dalla stessa parte politica” di Autonomia Responsabile, ha sostenuto che “quando si tratta di umanità e civiltà non ci sono steccati”. Andolina ha ribadito che “il metodo funziona”.