Olli Rehn è scettico sulla legge di stabilità e su come l’Italia sta procedendo per la riduzione del debito pubblico. Stoccata al governo Letta da parte del commissario Ue per gli Affari economici e finanziari.
In un’intervista a La Repubblica, Rehn ha osservato che l’Italia è in linea per il deficit “anche se di poco, con il criterio del 3%, il rientro del debito procede invece troppo lentamente”.
L’Italia non avrebbe margini di manovra e “non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti”. Il movino? “Lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil, invece è solo dello 0,1%”.
Rehn dice di avere “il dovere di essere scettico. Le privatizzazioni daranno un piccolo contributo a migliorare l’efficienza del sistema economico e forse a ridurre il debito”. Il problema di competitività dell’Italia, come di Francia e di Finlandia, non può però essere risolto senza il consolidamento del bilancio.