Specialità cliniche dedicate alle principali patologie femminili, ma anche percorsi diagnostico-terapeutici e servizi dedicati. Sono le caratteristiche che hanno consentito a 230 strutture di ricevere il “bollino rosa” come ospedali “a misura di donna”, riconoscimento conferito dall’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (O.n.Da).
A 65 strutture è andato il massimo riconoscimento (3 bollini), 105 ne hanno ricevuti 2 e 60 uno, mentre menzione speciale è andata a 12 ospedali che dal 2007 a oggi hanno sempre ricevuto 3 bollini. Le migliori performance si registrano in Lombardia, con 63 strutture premiate, a seguire Veneto e Lazio, rispettivamente con 23 e 21 ospedali “rosa”. Ma, ha spiegato Walter Ricciardi, presidente della commissione interdisciplinare che ha valutato le strutture, ”cominciano a esserci buoni piazzamenti anche al sud, quindi il Programma comincia ad avere una rappresentazione nazionale dl fenomeno”.
Per l’edizione di quest’anno (i bollini sono riferiti al biennio 2014-2015), ha proseguito l’esperto, ”abbiamo adottato un nuovo sistema di valutazione, con criteri più specifici guardando alla qualità e alla specificità dell’offerta nei confronti delle donne”. In particolare, è stata inserita la Neonatologia come area specialistica di interesse, con specifico riferimento alla nascita prematura, mentre la Neurologia e’ stata integrata con una sezione dedicata alla sclerosi multipla, patologia cronica tipicamente femminile a elevato impatto invalidante. Si tratta, ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sabrina De Camillis, di ”un marchio che standardizza servizi e attenzione alla salute della donna, tema che andrebbe inserito nella programmazione nazionale perché ci sono ancora deficit qualitativi e strutturali.
E chi ha il “bollino rosa” potrebbe diventare struttura di riferimento per le buone prassi per tutti gli ospedali che puntino ad adeguarsi”. Anche perché, ha aggiunto la presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia De Biasi, ”lavorare sulla salute della donna può essere un modo per riconvertire l’intero Servizio sanitario. Si è parlato molto negli ultimi anni di sanità dal punto di vista economico, ma per avere una buona sanità bisogna riconvertire qualitativamente la spesa, guardando a più prevenzione, più ricerca e a un rapporto più stretto tra ospedali e i loro territori”. L’obiettivo di O.n.da, ha spiegato il vicepresidente Alberto Costa, sarebbe quello di trasformare l’assegnazione dei bollini rosa ”in un vero e proprio programma di certificazione”, cominciando magari a tratteggiare le caratteristiche fondamentali di un possibile ‘Ospedale della donna’ ”.
Al San Raffaele Giglio di Cefalù sono stati consegnati, per la prima volta, due bollini rosa. Nella foto della consegna il presidente O.N.Da Francesca Merzagora e il commissario straordinario del San Raffaele Giglio, Nenè Mangiacavallo.