Giovanni Francolini, giudice per le indagini preliminari di Palermo, ha dichiarato che la magistratura del capoluogo siciliano non ha la competenza per portare avanti l’indagine sulla parte del tesoro di Vito Ciancimino che si troverebbe attualmente in Romania.
Il provvedimento, che smembra l’inchiesta palermitana e la trasmette, in parte, alla Procura di Rieti, riguarda il figlio dell’ex sindaco di Palermo Massimo Ciancimino e alcuni presunti prestanome e soci in affari, Pietro Campodonico, Sergio e Giuseppe Pileri e Raffaele Valente.
Il pubblico ministero Dario Scaletta aveva già proposto di archiviare l’indagine per via della mancanza di tempo sufficiente a portare avanti le indagini e di verificare come alcune persone vicine a Ciancimino si fossero impossessate si alcune società sottoposte, dopo il sequestro, all’amministrazione giudiziaria.
Tra le aziende anche quella che gestisce la super-discarica di Gline, vicino Bucarst. Il giudice Francolini ha ritenuto che la competenza sugli episodi, ipotizzati, di riciclaggio deve essere assegnata alle Procure delle città in cui i tre coinvolti, avevano avuto l’ultima residenza in Italia, prima di trasferirsi in Romania.